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06 febbraio 2022

FERMIAMO IL DILAGARE DEGLI ALLEVAMENTI AVICOLI INTENSIVI A MONTEFIASCONE E NEL LAZIO! BASTA VUOTI NORMATIVI!


 

Chiediamo il vostro sostegno per il caso di Montefiascone (VT) ma non solo: il problema riguarderà presto tutto il Centro Italia.
Abbiamo creato il Comitato per la tutela del paesaggio, dell’ambiente, del turismo e delle tradizioni rurali di Montefiascone (Copattrim) per difendere tutto ciò che amiamo e che attualmente non è tutelato. Siamo per la salute dei cittadini e per una zootecnia all’avanguardia e sostenibile, che rispetti gli animali e fornisca produzioni veramente di qualità.

Ci siamo però subito resi conto che avremmo dovuto ampliare la nostra azione: a causa di carenze normative le amministrazioni continuano a rilasciare autorizzazioni per la costruzione di allevamenti avicoli intensivi senza tener conto del contesto socioeconomico e agroambientale, nonché dei diritti dei residenti. Basti pensare che a livello regionale l’unico riferimento legislativo sulla zootecnia intensiva è il Regio Decreto del 1934, che identificava gli allevamenti zootecnici come “Industrie insalubri di prima classe” sancendo “che devono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni”, cosa che nella realtà non avviene mai. Il Decreto va certamente aggiornato e applicato, soprattutto in tempi di pandemia!

A volte vengono addirittura elargiti finanziamenti pubblici a fondo perduto (es. PSR) per aprire nuovi allevamenti senza considerare l'assetto del territorio e la vicinanza di altre attività che potrebbero esserne pesantemente danneggiate. E non viene mai considerato che il carico inquinante della nuova attività si va ad aggiungere a quello già prodotto da altre aziende simili preesistenti, con un effetto cumulo che danneggia ancor più l'ecosistema e la salute pubblica.

L'ultimo scempio paesaggistico è un impianto da 38.000 galline ovaiole in via di costruzione a Montefiascone (VT) a meno di 100 m dalle prime case abitate, in una pregiata zona a vocazione agrituristica. Abbiamo portato all’attenzione delle Autorità competenti alcuni aspetti dell’opera e dell’intera vicenda che crediamo debbano essere esaminati più approfonditamente, anche alla luce della pandemia e del concreto rischio di influenza aviaria. Abbiamo già fatto denunce, ricorsi al TAR e un appello al Consiglio di Stato, ottenendo la sospensione dei lavori fino a maggio.
Nulla è ancora deciso, c'è ancora molto lavoro da fare. Sottoscrivi, il tuo sostegno ci aiuterà a dare forza alla nostra azione. Grazie!

VOGLIAMO:

Che venga definitivamente bloccato il mega allevamento avicolo in costruzione in località Cerchiare a Montefiascone.
Che il Comune di Montefiascone e la Regione Lazio introducano procedure di valutazione di impatto ambientale e sanitario e provvedano all’autorizzazione degli impianti zootecnici solo dopo aver valutato effettivamente le potenziali ricadute negative su territorio e cittadini, e solo nella misura in cui questi ultimi possano sostenerne l’impatto. 
Che si sanino le attuali lacune normative e si introducano chiare norme, regolamenti attuativi e controlli al passo con i tempi, con la transizione ecologica in atto e considerando i rischi biologici associati. Che ciò avvenga attraverso un percorso condiviso che coinvolga Regione, Provincia, Comune, Asl, legislatori, scienziati, tecnici, associazioni di categoria e naturalmente cittadini, verso maggiori tutele e una vera convivenza civile.
Vi chiediamo di sostenerci firmando questa petizione, promossa anche dalle delegazioni provinciali di LIPU e Italia Nostra e da AIOS Lazio. Uniamoci, insieme saremo più forti!!! Copattrim@libero.it

 

PRESUPPOSTI (per chi vuole approfondire):

Il Global Health Summit di Roma e il Pre-vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari hanno ribadito la necessità di un'agricoltura sostenibile come strumento di contrasto ai cambiamenti climatici e finalmente tesa alla salvaguardia dell'ambiente e della salute dell'uomo.
Lo scorso ottobre il Parlamento ha concluso l’iter per l’introduzione dei principi di sviluppo sostenibile e di tutela degli ecosistemi nell'art. 9 della Costituzione.
Il recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha dettato specifiche linee guida per la salvaguardia degli agroecosistemi e ha posto al centro la creazione di filiere agroalimentari sostenibili, sotto gli auspici del Presidente Mattarella.
Secondo una sentenza della Corte Costituzionale la protezione dell’ambiente non deve perseguire finalità astratte ma deve esprimere “l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive e agisce e che è necessario alla collettività e, per essa, ai cittadini”.
La seconda Enciclica di Papa Francesco, “Laudato sì sulla cura della casa comune”, pubblicata il 18 giugno 2015 secondo cui: l’ecologia integrale deve diventare un nuovo paradigma di giustizia, perché la natura non è una “mera cornice” della vita umana; l’uomo è connesso alla natura ed essa non è “una mera cornice” della nostra vita: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale ed un’altra sociale – scrive il Papa – bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale”. Ciò che occorre, in sostanza, è “una nuova economia più attenta ai principi etici”, scrive il Pontefice, ricordando che “ogni maltrattamento verso qualsiasi creatura è contrario alla dignità umana”, e che urge “creare un sistema normativo” per assicurare la protezione degli ecosistemi.
Secondo molti virologi tra cui il Prof. Massimo Andreoni, infettivologo dell’Università di Tor Vergata, attualmente in Italia è in corso un’epidemia di influenza aviaria, che se non gestita correttamente potrebbe peggiorare a breve. Ad oggi i ceppi virali si trasferiscono e infettano velocemente interi allevamenti avicoli, costringendo all’abbattimento di milioni di capi. Dei 15 sottotipi conosciuti, H5N1 e H7N9 possono contagiare l'uomo, con mortalità del 50 e 30%. Secondo il virologo “Se il virus dovesse diventare in grado di trasferirsi da uomo a uomo gli scenari sarebbero devastanti, quindi bisogna fare di tutto per scongiurare che questa capacità venga acquisita”. La pandemia di Covid-19 avrebbe dovuto insegnare ai decisori politici quanto i virus possano essere pericolosi per l'uomo e le sue attività, e suggerire la concreta applicazione del principio di precauzione in ogni settore. 
Da qualche anno la zona del Viterbese è classificata dal Ministero della Salute come quella a più alto rischio influenza aviaria nel Lazio. Questo anche a causa del fatto che parallelamente stanno sorgendo mega allevamenti avicoli intensivi, e solo nel triangolo Grotte Santo Stefano - Bomarzo - Montefiascone ne esistono ormai una quarantina.
Nella provincia di Viterbo non esistono impianti di valorizzazione della pollina, né per la sua trasformazione in concime né in biocarburanti tramite processo anaerobico. Ogni richiesta autorizzativa agli Enti locali per questo tipo di impianti è stata sinora bocciata a priori. Nella Tuscia la popolazione convive con milioni tra polli/tacchini/galline che ogni anno producono migliaia di tonnellate di pollina che potrebbero produrre biometano. La diatriba tra rifiuto speciale e sottoprodotto è di lunga data e ciò crea un problema di smaltimento e/o valorizzazione che nella Tuscia ad oggi appare irrisolto. Del tutto inappropriato in termini di sostenibilità appare dunque espandere la filiera avicola senza che vi sia la filiera del recupero sottoprodotti.

Più firme aiuteranno questa petizione a ottenere una risposta da parte del decisore.

Aiuta a portare questa petizione a 500 firme!

Firma questa petizione:

https://www.change.org/p/regione-lazio-provincia-di-viterbo-comune-di-montefiascone-fermiamo-il-dilagare-degli-allevamenti-avicoli-intensivi-nel-lazio-basta-vuoti-normativi?recruiter=1251451742&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive&utm_term=bdba9b2456874f85ab92fe358ee46c76&recruited_by_id=6e3f48f0-8528-11ec-a913-5f5e8b97dbdf