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10 agosto 2020

Castel d’Asso, crollano le terme romane dell’asinello

Viterbo - Un impianto ancora attivo nel XVI secolo, dove anche papa Niccolò V veniva a fare il bagno - A pochi metri pure alcuni massi che somigliano ai basoli di un'antica strada - FOTO

Castel d’Asso, crollano le terme romane dell’asinello

di Daniele Camilli

Viterbo – Crollano le terme romane dell’asinello. A Castel d’Asso, Viterbo. Si è sgretolato un pezzo ed è venuto giù. Qualche mese fa. Probabilmente a novembre dell’anno scorso. E i massi sono ancora lì, distesi a terra, rotolati verso valle. Una parte è ancora in piedi, ma ha bisogno di puntelli. Una testimonianza storica e un bene comune importanti. In mezzo a una campagna viterbese in piena trasformazione. 

A sgretolarsi è il lato occidentale, ancora integro nell’estate del 2019. Le terme in questione si trovano in località Asinello e San Cristoforo. Secondo la Carta archeologica d’Italia di Gamurrini, Cozza e Pasqui del 1881, la zona si collocherebbe lungo l’antico tracciato della Cassia vetus, oggi strada della Dogana o strada provinciale Sp 15. A crollare è una parte di quello che dovrebbe essere un ottagono in pietra calcarea bianca che somiglia molto al “bagno rotondo” dei libri di medicina del XVI e XVII secolo che fanno riferimento alle acque termali viterbesi.

La causa del crollo è ignota, ma se continua così, delle terme care anche Niccolò V, papa nel XV secolo, resterà ben poco. Probabilmente solo un pallido ricordo. A meno che non venga fatto rispettare il vincolo di notevole interesse pubblico, culturale e paesaggistico, adottato nell’agosto 2019, che pare non vi sia mai stato, con contestuale consolidamento statico della struttura.

Viterbo - Castel d'Asso - Le terme dell'asinello

Viterbo – Castel d’Asso – Le terme dell’asinello dopo il crollo


Qui, una volta, sulla cupola fatta edificare dal cardinale Bessarione, c’era anche lo stemma della sua famiglia, a bande diagonali. Scomparso anch’esso.