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28 aprile 2015

Geotermia: progetto geotermico pilota di Castel Giorgio

Geotermia: progetto geotermico pilota di Castel Giorgio


30 Luglio 2017
Bolsena CRONACA Parere favorevole al progetto geotermico pilota di Castel Giorgio in Umbria




All'Assessore all'Ambiente Refrigeri
e p. c. al Presidente Nicola Zingaretti
alla Provincia di Viterbo
ai Sindaci dei Comuni nel bacino lacustre
al nostro elenco di Portatori di interesse.


Egregio Assessore,

facendo seguito alla e-mail di Venerdì scorso sembra confermato che il funzionario della Regione Lazio abbia espresso in Commissione Tecnica di VIA del Ministero Ambiente parere favorevole al progetto geotermico pilota di Castel Giorgio in Umbria. Per esserne certi abbiamo chiesto l'accesso ai verbali della riunione ai sensi della legge 241/90. Risulta comunque che che dopo contrastanti pareri la Commissione ha approvato il progetto.

L'impianto preleverà fluido geotermico ricco di arsenico in Umbria e lo reinietterà nel bacino idrogeologico del lago di Bolsena. Ciò provocherà un ulteriore inquinamento da arsenico della falda superficiale che alimenta la rete potabile della provincia di Viterbo, con l'aggravante di inquinare il SIC lago di Bolsena impedendo così il progetto di diluire la rete potabile con l'acqua del lago. Inoltre dobbiamo aspettarci penalità da parte della Cominità Europa.

Chi dobbiamo ringraziare?

La vittoria delle lobbies è avvenuta anche per il mancato intervento della Regione Lazio che, pur essendo stata da noi sollecitata innumerevoli volte, non ha mai presentato la propria opposizione a questo disastroso progetto. La Commissione ha espresso il proprio parere, ma questo non è operativo fino a quando il Ministro all'Ambiente emetterà il decreto che lo renderà valido. La Regione Umbria ha ancora il potere di intervenire e fermare il progetto che è sul suo territorio (ci fidiamo?), mentre la Regione Lazio, pur essendo la danneggiata, è fuori causa.

Rimane la possibilità di chiedere al Ministro di non rendere valido il parere della Commissione fino a quando sarà discussa la mozione presentata da 15 Parlamentari PD (prima firmataria l'On. Chiara Braga), che impegna il Governo ad applicare una "moratoria" sugli impianti in via di autorizzazione, fino a quando sarà stabilito dove è consentito, o meno, realizzare la geotermia con pozzi profondi. Ma anche su questo aspetto la Regione Lazio sta rinviando ogni discussione, malgrado sia stata da tempo autorevolmente chiesta dal Consigliere Prof. Riccardo Valentini.

Considerati i precedenti e visti i risultati è lecito chiedere all'Assessore all'Ambiente Refrigeri e al Presidente Zingaretti (che ci legge per conoscenza) qual'è la loro personale posizione rispetto all'impianto geotermico di Castel Giorgio. Sottolineiamo che ci riferiamo specificamente a quell'impianto e non alla geotermia in generale.

In caso di mancata esplicita risposta dovremmo concludere che i due principali esponenti della Regione Lazio sono favorevoli, malgrado che 24 Sindaci e la Provincia di Viterbo abbiano espresso parere contrario sottoscrivendolo e motivandolo con precise relazioni tecniche di qualificati geologi. Inutile aggiungere che dello stesso parere contrario è la popolazione e le Associazioni che la rappresentano.

Con osservanza.
Piero Bruni
Presidente dell'Associazione Lago di Bolsena
e capofila della Associazioni Ambientaliste
del comprensorio lacustre


Fonte:

UNA STORIA LUNGA OLTRE 50 ANNI

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i beni culturali
i centri storici
i parchi nazionali
l'ambiente
la questione energetica
la viabilità e i trasporti
l'agricoltura
il mare e le coste
i musei, le biblioteche
alcuni dei capitoli
più importanti
dell'attività di

Italia Nostra
 
L’atto ideale di nascita di Italia Nostra sta nel cuore barocco di Roma, tra il Tevere e Trinità dei Monti, in quel tessuto stratificato e denso di storia che nel 1951 doveva essere cancellato dall’attuazione dell’ennesimo sventramento concepito nel ventennio tra le due guerre tra piazza di Spagna e piazza Augusto Imperatore. Contro quel progetto uomini di lettere, artisti, storici, critici d’arte, urbanisti si cercarono e si unirono a difesa del nostro patrimonio artistico e delle nostre bellezze naturali sempre più minacciate.
Il 29 ottobre 1955 Umberto Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce, Luigi Magnani e Hubert Howard siglarono l’atto costitutivo di Italia Nostra.
Da oltre quattro decenni le attività di volontariato culturale organizzate da Italia Nostra hanno contribuito a diffondere nel Paese la “cultura della conservazione” del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, del carattere ambientale delle città.
I “beni culturali”, l’evoluzione naturale e storica, i centri storici, la pianificazione urbanistica e territoriale, i parchi nazionali, l’ambiente, la questione energetica, il modello di sviluppo del Paese, la viabilità e i trasporti, l’agricoltura, il mare, le coste, le isole, i musei, le biblioteche, gli archivi storici: questi sono alcuni dei capitoli più importanti dell’attività capillare di Italia Nostra, spesso sostenuta da una ricerca approfondita e documentata da una vasta pubblicistica che oggi costituisce patrimonio unico e insostituibile a disposizione del Paese.
Italia Nostra, insieme alle altre associazioni culturali e di protezione ambientale, ha promosso anche un’intensa attività di suggerimento legislativo, come stimolo per la redazione di nuove norme sul patrimonio storico e ambientale italiano. Per questa via sono giunti a maturazione gli alleggerimenti fiscali per la manutenzione e le donazioni allo Stato di raccolte, opere d’arte, archivi e l’acquisizione pubblica di numerosi edifici storico-artistici.
Dal primo nucleo romano, l’Associazione è cresciuta fino ad arrivare a più di 200 sezioni sparse su tutto il territorio nazionale. Tra le imprese di Italia Nostra meritano di essere ricordate, l’istituzione del Parco dell’Appia Antica a Roma e del Parco del Delta del Po, il recupero delle Mura di Ferrara, la legge 394 sulle Aree naturali protette, l’operazione Nettuno per le coste italiane. Tra le battaglie più significative quelle per la salvaguardia di Agrigento e di Paestum, delle Ville mura di FerraraVenete e dei Colli Euganei, della Costa Smeralda, delle Pinete di Migliarino e di Ravenna. Il movimento di opinione che si riconosce in Italia Nostra ha partecipato alle campagne di protesta contro alcune iniziative ritenute dannose per l’ambiente e il patrimonio storico; fra queste ricordiamo le lotte contro il ricorso alla produzione di energia nucleare, contro l’Expo a Venezia e contro le Olimpiadi a Roma. Nel corso del Giubileo 2000 Italia Nostra è riuscita a sventare un pericoloso progetto che avrebbe compromesso la stabilità di Castel Sant’Angelo.
Sin dagli anni Settanta Italia Nostra ha promosso la ricerca nei campi della didattica e della formazione per promuovere l’Educazione Ambientale e ha intessuto rapporti internazionali con la fondazione di “Europa Nostra” – federazione di 220 associazioni europee – e la partecipazione al BEE (Bureau Europeen de l’Environnement). Italia Nostra pubblica un mensile e opere di saggistica.
Trasformata in ONLUS, Italia Nostra vuole impegnarsi, con i soci, in attività di servizio, non solo stimolando la “memoria” e la tutela, ma promuovendo, anche attraverso i nuovi strumenti della comunicazione, la conoscenza e la fruizione dei beni culturali.
IL COMPITO DI ITALIA NOSTRA
Italia Nostra protegge i beni culturali e ambientali.
È una missione che impegna Italia Nostra da oltre 50anni e i risultati non sono mancati: la legge quadro sui parchi, la tutela dei centri storici e poi le campagne per salvare Venezia dall’Expo 2000 e Castel Sant’Angelo dal Giubileo, solo per citarne alcune.
Il nostro compito non si esaurisce nel salvare dall’abbandono e dal degrado monumenti antichi, bellezze naturali o opere dell’ingegno; Italia Nostra persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione.

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Il contributo della Sezione di Viterbo alla Carta di Gubbio sui Centri storici

Il contributo della Sezione di Viterbo alla Carta di Gubbio sui Centri storici:


I centri storici sono delle perle uniche ed irripetibili; ciascuno ha delle proprie identità che vanno tutelate, conservate, promosse e valorizzate. I suddetti quindi non devono essere soggetti ad incostituzionali condoni, sanatorie, piani casa, varianti al PRG; a piani particolareggiati, piani di risanamento ed a ristrutturazioni pesanti e lesivi del contesto storico e paesaggistico. Il MIBACT dovrebbe, ai sensi dell'art. 9 della Costituzione italiana e del D.Lgs. 42/2004 e smi, dettare linee guida e modelli per Regolamenti nazionali tipo, per la tutela dei centri storici, come da proposte che seguono. A) Nei centri storici dovrebbero essere quindi vietati/e: 1) condoni, sanatorie, piani casa, ristrutturazioni e manutenzioni esterne straordinarie; 2) installazione di elementi tecnologici ed edili lesivi del decoro su prospetti principali degli edifici, su quelli che si affacciano su aree pubbliche o a vista dalle stesse (tettoie, caldaie, canne fumarie, climatizzatori, antenne, parabole, discendenti in plastica, etc.). B) Nei centri storici dovrebbe essere obbligatorio: 1) mantenere e/o sostituire infissi in legno e ferro, come da tradizione storica locale; quindi vietando serrande in metallo o plastica, veneziane, infissi in alluminio e sim.; 2) non intonacare prospetti originariamente a faccia-vista; 3) eliminare superfetazioni di ogni genere: - intonaci che ricoprono elementi architettonici e/o storico-artistici, - maioliche ed altri elementi vietati e lesivi di cui ai punti A.2, B.1, etc., - insegne pubblicitarie, bacheche e tende invasive, etc.; 4) eseguire soltanto consolidamenti, restauri, recuperi, manutenzioni ordinarie.